Periodicamente noi libere professioniste ci troviamo a fare il punto sul nostro business e spesso ci accorgiamo che è cresciuto, cambiato, evoluto. Strategicamente parlando, ci troviamo di fronte ad un dilemma: è il momento di far”solo” un restyling o un rebranding?
Vediamo meglio la differenza:
Restyling
Il Restyling si riferisce ad alcune modifiche da apportare alla propria immagine di brand che possono interessare variazione del logo, dei colori, dei font, ecc, definendo quindi un’identità visiva rinnovata in tutti i canali di comunicazione.
L’obiettivo del restyling è quello di rendere il proprio brand più attuale e coerente con il nuovo contesto di riferimento.
Adottare una nuova visual identity è importante se:
- senti che il tuo marchio non ti rispecchia più (magari lo hai creato da sola e di fretta, seguendo la moda del momento e non una vera strategia);
- è cambiato il tuo cliente ideale (con l’esperienza che hai alle spalle, ti sei fatta un’idea più precisa del tuo pubblico e adesso desideri comunicare al meglio con esso);
- hai modificato la tua offerta, togliendo e/o modificando alcuni prodotti/servizi più a misura del tuo cliente ideale;
- desideri mantenere il tuo posizionamento.
Se ti ritrovi in una o più di queste affermazioni, il dubbio tra restyling o rebranding è risolto: dovrai affrontare una revisione della tua immagine di brand aggiornando la tua identità visiva (logo incluso) ed assicurandoti di portarla su tutti i tuoi canali di comunicazione in modo riconoscibile e coordinata.
Il restyling solitamente rispetta la regola “il meno è più” dell’architetto del Bauhaus Mies van der Rohe: bisogna aggiungere valore all’essenziale, eliminando il superfluo. Quindi nel restyling della tua visual identity dovrai essere coerente con la sua versione precedente, già conosciuta e memorizzata dal tuo pubblico.
L’importante è che il tuo target comprenda tutta la dinamica della tua evoluzione e la sostenga: dovrai essere brava a comunicare il cambiamento in modo da non intaccare la tua reputazione.
Ecco due esempi di restyling:
L’evoluzione delle tecnologie ha portato Google a ridisegnare il suo marchio con l’obiettivo di aggiungere usabilità e nuovi servizi per i suoi utenti.
E’ stato effettuato quindi un restyling su tutto l’universo Google, a dare un’immagine omogenea, immediatamente comprensibile e adatta a tutti i supporti digitali.
Il font è stato disegnato dagli stessi designer di Google.
MASTERCARD
Nel 2016 il marchio Mastercard si è adeguato alle nuove esigenze della società in evoluzione, diventando più semplice, pulito, immediato, adatto anche alle piattaforme digitali, e mantenendo la sua riconoscibilità.
Rebranding
Se il brand è la tua reputazione nella mente del tuo pubblico, fare rebranding significa far evolvere o addirittura cambiare questa reputazione.
Il rebranding è un’azione di marketing strategico che si pone l’obiettivo di riposizionare o rafforzare il valore di un brand esistente attraverso una modifica dell’aspetto del brand stesso.
Affidarsi ad un processo di rebranding è indispensabile se:
- i tuoi progetti non ti soddisfano più come prima;
- hai cambiato la tua mission;
- attiri i clienti sbagliati;
- hai modificato il tuo messaggio;
- sono cambiati i trend del tuo mercato di riferimento;
- la tua reputazione non è proprio come vorresti che fosse;
- vuoi aumentare di molto i tuoi prezzi.
In uno o più di questi casi, tra restyling o rebranding dovrai scegliere la seconda opportunità.
Il rebranding può essere parziale o totale, a seconda della quantità degli elementi che desideri modificare; ma anche conservativo – se vuoi mantenere gli aspetti più distintivi della tua immagine rinnovando invece gli altri – oppure rivoluzionario, quando la revisione è totale e interessa anche il nome del brand stesso.
Qui di seguito, due esempi di rebranding, uno andato bene e l’altro finito male.
ENEL
Nel 2016 Enel decise di attuare un rebranding, spinta dal cambiamento della realtà: erano aumentate le complessità dovute all’iperconnessione ed alla velocità.
Enel adottò quindi il concetto di “cursore, un’entità astratta che rappresenta visualmente le caratteristiche salienti dell’energia” (Isabella Panizza – Head of Global Digital Communications di Enel).
GAP
Dopo 24 anni dalla nascita del brand, nel 2010 GAP presentò il rebranding del suo logo, nato con l’obiettivo di svecchiarlo. Ma i consumatori non approvarono affatto: l’elemento distintivo del logo, il riquadro blu, si era ridotto al minimo, facendo perdere personalità al brand. Dopo 3 giorni l’azienda riadottò il logo precedente.
Restyling o rebranding, quindi?
Hai visto le motivazioni che ti possono portare a scegliere da restyling o rebranding, ma vorrei aggiungere alcuni elementi che ti aiuteranno a decidere per il meglio quale strategia adottare e come avviare il cambiamento.
Considerali entrambi delle opportunità
Restyling e rebranding possono dare un grande slancio alla tua attività: approfittane al meglio!
Stai serena
Qualsiasi percorso decidi di affrontare, vivilo serenamente. Valuta i pro e i contro e prosegui con fiducia verso il tuo nuovo futuro.
Affidati ad un professionista
Restyling e rebranding sono passi importanti per il tuo brand ed il tuo business, assicurati che siano in buone mani. Non lasciare nulla al caso!