Hai una vita che la tua famiglia e i tuoi amici considerano perfetta ma tu, seduta davanti allo schermo dell’ufficio otto ore al giorno, non ci sai proprio stare. Ti domandi come sia possibile reinventarsi nel lavoro e il momento giusto per farlo. La risposta sembra però non arrivare mai.
Proprio per questo, voglio condividere con te la mia esperienza, perché tu possa finalmente ascoltare i tuoi desideri e non i giudizi di chi, vuoi per mentalità o cultura, sceglie di attaccarti. Il successo altrui spaventa, ancora di più se nasconde un’insoddisfazione tenuta segreta.
La mia esperienza
Se ancora non mi conosci, è arrivato il momento di presentarmi. Mi chiamo Chiara e sono una graphic designer. Avevo una vita tranquilla fino a quando, nell’ottobre del 2009, ho dovuto scegliere ‘cosa fare da grande’.
Dopo essermi laureata in design al Politecnico di Milano nel 1999, ho avuto la fortuna di trovare subito lavoro. Ero felice e soddisfatta nonostante nella mia mente stesse già prendendo forma il desiderio di aprire uno studio tutto mio.
Un entusiasmo che decisi di mettere da parte, almeno per il momento.
Il primo lavoro non si scorda mai, vale anche per i successivi?
Ero stata assunta come assistente grafico dell’art director di una casa editrice nel settore pelletteria. Le mie giornate scorrevano tranquille, tra un set fotografico e l’altro, il mio compito era quello di impaginare la rivista.
Ricordo ancora la mia faccia sorpresa quando decisero di farmi fare la modella durante uno dei tanti set, che soddisfazione!
Grazie a questo lavoro sviluppai ulteriormente il mio senso estetico, motivo per il quale non potrò mai dimenticarlo (esperienza da modella inclusa).
Approdai poi nel settore pubblicitario e dell’arredo urbano. Lavoravo nel centro di Milano e confezionavo presentazioni per i miei colleghi e fascicoli per partecipare alle gare d’appalto.
Il mio ruolo prevedeva compiti diversi dai precedenti, anche se continuavo ad occuparmi di impaginare testi e immagini. Nel tempo imparai il valore di ‘collaborare’ e che, nel lavoro, divertirsi era possibile. Anche se non rimasi a lungo, capì quanto una simile esperienza mi avesse fatto crescere umanamente.
Il mio futuro era pronto per essere scritto e io non vedevo l’ora di mettermi alla prova in nuove ed emozionanti avventure. Il destino ha voluto che fosse una multinazionale americana a scegliermi, nello stesso settore.
Dieci lunghi anni con le mansioni che già ricoprivo in precedenza ma che mi misero alla prova per energia e creatività. In compenso, non solo affinai le mie capacità organizzative, ma venni colta persino da una fastidiosa gastrite.
Decisi di darmi una possibilità diversa e cambiai nuovamente lavoro, questa volta per mia volontà. Il mio tempismo fu perfetto, stava per iniziare la mia ultima esperienza da dipendente, alle soglie di una delle più grandi crisi economiche del mondo. Eravamo nel 2009, credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro.
Quando è il momento di reinventarsi nel lavoro?
Credo che non ci sia un momento prestabilito per farlo, se ci pensi è spesso la vita a presentarci l’occasione. Nei tuoi occhi potrebbe esserci il timore di prendere una strada alternativa o di eventuali critiche. Tieni però presente che reinventarsi nel lavoro è una delle più grandi opportunità che ti possano capitare.
Il mio suggerimento è quello di cogliere l’attimo, alcuni treni sono fatti per essere presi in corsa, altrimenti il rischio è di rimpiangerlo in futuro.
Dopo essere stata lasciata a casa, potevo rimettermi in gioco e cercare subito lavoro, oppure godermi mio figlio che, all’epoca, aveva due anni.
Finalmente potevo fare la mamma a tempo pieno, con la tranquillità economica di anni di risparmio e di un marito che, per fortuna, il lavoro lo aveva ancora.
I primi mesi passarono velocemente fino a quando mi accorsi che la vita da casalinga mi era stretta, quanto quella da disoccupata. Cosa fare?
Nonostante le mie ricerche, trovai solamente lavori saltuari.
Il cambiamento
Come se le novità non fossero mai abbastanza, io e mio marito decidemmo di trasferirci in Umbria. Volevamo cambiare stile di vita per nostro figlio e per rallentare i ritmi che avevamo in una città come Milano.
Se dovessi racchiudere in una o due parole quel periodo, potrei definirlo come “stravolgimento totale”. Ero nel bel mezzo di un trasloco, incinta della mia secondogenita al settimo mese.
Due bambini e una vita a cui dovevo ancora abituarmi. “Rallenta Chiara, rallenta” era il mio pensiero costante.
Mente e corpo chiedevano pietà, dopo una vita scandita dai ritmi incessanti del lavoro, e io decisi di ascoltare, per una volta, quella richiesta. Dopo alcuni mesi, sentivo il bisogno di rimettermi in gioco ma, questa volta, non più da dipendente.
Era arrivato il momento di ascoltare quel sogno che aveva bussato alla mia porta ma che io, sentendomi ancora acerba, non avevo saputo cogliere.
Iniziai informandomi sull’imprenditoria femminile, imbattendomi nella ‘Rete al Femminile’ (idea di Gioia Gottini). Ne rimasi così coinvolta da essere la fondatrice della sezione di Perugia, quando ancora non era un’associazione.
In tre anni (dal 2013 al 2016) riuscì a creare una vera e propria rete con 70 nuove aderenti, tutte professioniste. L’associazione è stata una continua fonte di ispirazione, grazie al sostegno reciproco che ne costituiva l’essenza. La rete a Perugia si sciolse ma, come da ogni buon progetto che si rispetti, i frutti non tardarono ad arrivare. Il passaparola continuava a portare clienti.
Reinventarsi nel lavoro, quali sono i benefici?
Nonostante le tante difficoltà e incertezze iniziali, posso dirti che i vantaggi hanno superato di gran lunga i dubbi.
Essere freelance mi ha permesso di bilanciare lavoro e famiglia, riuscendo a gestire non solo i clienti ma anche l’equilibrio di una vita a quattro. Mi ero rimessa in gioco e avevo finalmente realizzato il mio grande sogno.
La libertà di gestire il mio tempo è tra le più grandi soddisfazioni che ho avuto fino a ora nella vita. Non pensare però che sia tutto rosa e fiori, ci sono giorni in cui vorresti chiudere il computer per non riaccenderlo mai più.
Poi ti ricordi del tuo percorso, delle soddisfazioni che ricevi e del tuo valore. Sei mamma e nello stesso tempo lavori, lo fai al tuo ritmo. Sei tu a decidere con chi collaborare, quante ore stare davanti al computer, cosa cucinare a pranzo.
La mensa e il bar diventano ricordi lontani, così come la frenesia di una città come quella di Milano. Posso finalmente accompagnare mia figlia a danza e lavoro per creare nuove e luminose identità visive.
Ho aperto la partita iva nel 2017 e, ogni volta che ci ripenso, mi sento orgogliosa delle mie scelte e del coraggio di percorrere nuove strade.
Non aver paura di risplendere, nel tempo imparerai a ignorare le critiche di chi non comprende le tue scelte. Ricordati il tuo valore.
Sarà il destino a farti capire quando è il momento di reinventarsi nel lavoro e nella vita. Preparati a cadere per poi rialzarti, la vita è così, ti sorprende quando meno te lo aspetti. Nessuno ha detto che sarebbe stato semplice, ma qualcuno doveva pur farlo.